marino iotti
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Testo critico
di Marco Cagnolati, 2021



​L’arte sarà sempre incessante ricerca della perfezione formale legata alla capacità di comprendere il tempo in cui stiamo vivendo. La vita dell’artista oggi è questione di intelligenza creativa e carattere. Chi non possiede almeno una di queste caratteristiche non è Artista, perché non possiede la caratterizzazione in grado di raccontare il presente. Nell’arte occorre avere del concetto e uno stile unico, inconfondibile capace di far individuare una vostra opera inedita in mezzo ad altre mille. Un esempio di Artista è Marino Iotti.                                                                                                          
Per lui l’arte è materia, tecnica, mezzi, ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, somma di esperienze nuove e contenuto nella forma, perciò oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla. 

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Il suono della forma e del colore
di Massimo Mussini, 2016


I dipinti di Marino Iotti, improntati alla tradizione dell’Informale italiana, sanno suscitare a uno sguardo attento una serie di suggestioni inarrestabili, diventano un incentivo a ritrovare dentro di sé ricordi, impressioni, emozioni a lungo dimenticate...
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Voci infinite
di Angela Lazzaretti, 2016


​Delle persone che incontriamo rimangono dentro di noi ricordi, frammenti di fatti della vita, più o meno importanti, trascorsi assieme, parole e sorrisi reciproci, sguardi, pro­fumi e...colori. Grazie alla mia attività di gallerista d’arte...
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Nello spazio del silenzio musicale
di Stefano Taddei, 2015

L'attualità ha perso certamente il ritmo e la musicalità dell'esistere. Sono infatti tempi nevrotici e di una confusione imperante per gente contenta di vivere in siffatta contingenza. Cercare il silenzio, la calma, la meditazione...
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​Il racconto del quotidiano

di Francesca Baboni, 2015


​Volendo costruire un percorso antologico sull'attività di un pittore, si guarda sostanzialmente all'evoluzione che ha avuto negli anni, alla sua storia estetica e poetica. La strada che si intende perseguire nel rapportarsi alle opere più recenti...
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​Una pittura in cammino 
di Sandro Parmiggiani, 2015
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​Nella commissione, fatta ad un artista, di realizzare una serie di opere della stessa dimensione – in questo caso assai piccola, trattandosi di dipinti che misurano venti per venti centimetri – si annida un'insidia: che l'artista...
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​Paesaggi della memoria

di Massimo Mussini, 2014


La pittura di Marino Iotti, a venti anni di distanza da quando l’ho conosciuto, è indubbiamente cambiata e questo è un dato rivelatore della capacità e della volontà di rimettere in gioco se stesso, senza...
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Dal catalogo "Naturali Silenzi"

di Achille Bonito Oliva, 2013


Parlare del silenzio è un po' come violarlo, ma a volte mettendo la propria interiorità davanti alle parole, con accorta delicatezza per suscitare il desiderio, sovente represso, è anche il modo di dar respiro alla propria anima...
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​Testo critico

di Elisa Mezzetti, 2009


Marino Iotti lavora pazientemente sulle superfici utilizzando la ricchezza e, insieme, la povertà dei materiali che lo circondano: tubetti di colore, tele grezze, carte, pigmenti, pezzetti di legno che convivono all’interno di una ritmicità poetica...
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​Testo critico

di Claudio Cerritelli, 2007

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Prima di ogni tipo di approccio, il lettore di questi dipinti di Marino Iotti acquisisca il ritmo del segno che cresce nella dimensione fisica della materia, entri a far parte dei movimenti che scalfiscono la superficie...
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​Testo critico

di Francesca Baboni, 2005


Graffio e materia. O se vogliamo cambiare i termini, materia graffita. Sono due le componenti formali della poetica di Marino Iotti, assemblate assieme all’interno di un lavoro finito che prevede un processo di sovrapposizione...
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​Testo critico

di Giuseppe Berti 2005


In suo breve saggio su Antoni Tàpies, Maurizio Calvesi ebbe a scrivere, ormai molto tempo fa, che il grande artista spagnolo era “pittore capace di insinuare in noi un’insolita e scarna meraviglia...
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​Testo critico

di Sandro Parmiggiani, 2004


C’è una vulgata, cui tanti concorrono, secondo cui la storia dell’arte è fatta del succedersi di movimenti e linguaggi, da cui vengono espunte le esperienze solitarie, in un processo lineare, all’insegna di una sorta di evoluzione darwiniana...
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​Testo critico

di Marinella Paderni, 2002


La nostra epoca passerà sicuramente alla storia per tanti eventi e conquiste ma anche per un fenomeno mai prima registrato, atipico rispetto all’evoluzione degli opposti e degli estremi in tutte le sfere della nostra società...
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​Testo critico

di Giovanni Cerri, 1998


La riflessione sul lavoro di Marino Iotti potrebbe aprirsi con una domanda sul significato di quelle insolite scritture che vediamo comparire nelle sue opere. Infatti, per prima cosa dovremmo chiederci se quegli ideogrammi ...
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​Testo critico

di Silvia Moretti, 1995


Sulle tele di Marino il segno si tinge di valenze stratificate, emerge il peso della memoria astorica, originaria. Memoria fatta di evocazioni gestuali primitive, dal graffito all’utilizzo di grafie non più collegabili ad un alfabeto corrente...
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​Testo critico

​di Massimo Mussini, 1994


Dalle prime esperienze pittoriche sulla fine degli anni settanta, in cui il segno definiva ancora in modo appena riconoscibile gli oggetti (erano paesaggi irti di alberi lanceolati, sovrapposti in rigidi profili come di lamiera intagliata...
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​Testo critico

di Gian Luca Ferrari, 1992


Pittura volitiva a tratti aggressiva mai “scomposta”, nei cui pezzi migliori si può ricordare certa marca della tradizione esistenzialista del “sublime rovesciato”; da Shuterland a Blake ​...
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​Testo critico

di Gabriella Ardissone, 1991


Lo studio della natura e l’analisi delle sue forme ha da sempre affascinato chi opera nel campo dell’arte, soprattutto pittorica. Nel suo isolamento volontario Cézanne ebbe modo di studiare la forma da più angolature...
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​Testo critico

di Giuliana Galli, 1986


La prima fase artistica di Marino Iotti è dedicata ad un filone ecologico, dominato da forme aguzze di alberi scheletrici e puntuti, dai rami smozzicati e radici contorte che s’intrecciano, abbarbicandosi all’humus di una padanità terragna...
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​Testo critico

​di Giuliana Galli, 1985


L’albero è il protagonista indiscusso della narrazione iconografica di Marino Iotti. L’albero è simbolo universale di un’entità naturale incontaminata, pulsante di vita, come ben ha mostrato Frazer nel suo fondamentale “Ramo d’oro”...
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​Testo critico

di Alfredo Gianolio, 1980


I motivi che hanno portato un gruppo di pittori reggiani - Germano Boiardi, Giovanna Franceschi, Dante Grasselli e Marino Iotti - ad aggregarsi per condurre insieme una ricerca nel campo delle arti visive, non sono dovuti al desiderio di uniformarsi...
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