Nello spazio del silenzio musicale
di Stefano Taddei, 2015
L'attualità ha perso certamente il ritmo e la musicalità dell'esistere. Sono infatti tempi nevrotici e di una confusione imperante per gente contenta di vivere in siffatta contingenza. Cercare il silenzio, la calma, la meditazione diviene obiettivo difficilmente circoscrivibile. Marino Iotti da tempo propone una ricerca artistica in cui la musicalità e il ritmo scansionano profondamente l'elaborazione finale. Partito dal fardello dell'informale e superando tutti i costrutti di tale congiuntura artistica, l'autore in realtà si muove nell'alveo dell'astrazione. Modulando sempre intriganti composizioni, Marino Iotti presenta molteplici indagini che presuppongono una meditazione non impassibile da parte dello spettatore. La pittura per l'autore è un lavorio continuo, giornaliero e non può prescindere dalle differenti congiunture che attraversano l'esistenza più concreta. In questa esposizione si ritrovano differenti esemplificazioni di tale ricerca, con importanti appigli alle varie emanazioni precedenti o a quelle attualmente più stringenti. L'interesse per i graffiti, per il legno, per le codificazioni e l'uso di materiali altri rispetto alla mera pittura sono ormai un patrimonio imprescindibile per Marino Iotti. Dietro tale ricerca però permane un'aspirazione all'equilibrio e alla musicalità imprescindibili, fattori che hanno attraversato incessantemente la proposta estetica dell'autore. Lo spettatore si ritrova perciò immerso in tali paesaggi pittorici, sempre frementi ma altresì coinvolti in una musica silente. La profondità di siffatta ricerca risiede proprio in questa capacità introspettiva ma non risolve così la propria portata semantica. Questa spinta trascendente infatti si nutre della materia, dell'espressività pittorica ma si congiunge ad altre indagini esistenziali. E' come se tramite la terra Marino Iotti ricercasse un ritmo, un equilibrio che scavalchi la mera materialità e ci accompagni ad una pacata ma vigorosa riflessione sul nostro persistere al mondo. Con un silenzio venato di musicalità che stride nella confusione nullificante dell'attualità.
di Stefano Taddei, 2015
L'attualità ha perso certamente il ritmo e la musicalità dell'esistere. Sono infatti tempi nevrotici e di una confusione imperante per gente contenta di vivere in siffatta contingenza. Cercare il silenzio, la calma, la meditazione diviene obiettivo difficilmente circoscrivibile. Marino Iotti da tempo propone una ricerca artistica in cui la musicalità e il ritmo scansionano profondamente l'elaborazione finale. Partito dal fardello dell'informale e superando tutti i costrutti di tale congiuntura artistica, l'autore in realtà si muove nell'alveo dell'astrazione. Modulando sempre intriganti composizioni, Marino Iotti presenta molteplici indagini che presuppongono una meditazione non impassibile da parte dello spettatore. La pittura per l'autore è un lavorio continuo, giornaliero e non può prescindere dalle differenti congiunture che attraversano l'esistenza più concreta. In questa esposizione si ritrovano differenti esemplificazioni di tale ricerca, con importanti appigli alle varie emanazioni precedenti o a quelle attualmente più stringenti. L'interesse per i graffiti, per il legno, per le codificazioni e l'uso di materiali altri rispetto alla mera pittura sono ormai un patrimonio imprescindibile per Marino Iotti. Dietro tale ricerca però permane un'aspirazione all'equilibrio e alla musicalità imprescindibili, fattori che hanno attraversato incessantemente la proposta estetica dell'autore. Lo spettatore si ritrova perciò immerso in tali paesaggi pittorici, sempre frementi ma altresì coinvolti in una musica silente. La profondità di siffatta ricerca risiede proprio in questa capacità introspettiva ma non risolve così la propria portata semantica. Questa spinta trascendente infatti si nutre della materia, dell'espressività pittorica ma si congiunge ad altre indagini esistenziali. E' come se tramite la terra Marino Iotti ricercasse un ritmo, un equilibrio che scavalchi la mera materialità e ci accompagni ad una pacata ma vigorosa riflessione sul nostro persistere al mondo. Con un silenzio venato di musicalità che stride nella confusione nullificante dell'attualità.