Per comprendere la pittura di Marino Iotti bisogna entrare con delicatezza e in punta di piedi seguendo il sentiero di briciole, di parole, di dettagli che l’artista lascia lungo il percorso che si districa sulla tela. E' come camminare su uno spartito musicale che nota dopo nota ti accompagna da un elemento ad un altro e ti sorprende con un picco di colore, ti blandisce con ocra caldi e avvolgenti, ti fa precipitare in un nero profondissimo da cui risali aggrappandoti a un inserto di legno dipinto.
I suoi quadri sono come un giardino delle meraviglie dove, tra strati di colore, graffiti, legni e tappezzerie, emergono elementi naturali, ed ecco un albero, un fiore, una libellula. La sua opera si articola in più livelli, in strati sempre più profondi di comprensione. Subito arriva l’impatto dirompente del colore, gli equilibri tra chiari e scuri, il rosso violento o i grigi azzurri pacifici che ti sussurrano delicatamente all’orecchio. Quando tutto si è acquietato e la tua anima smette di vibrare per gli impulsi del colore arriva l’attenzione ai dettagli. Il nostro sguardo è catturato da piccoli particolari e si sposta senza sosta sulla superficie del quadro da un elemento all’altro; ogni secondo passato ad osservare un quadro di marino porta alla scopera di nuovi dettagli che fanno fiorire la meraviglia e l'aspettativa per la promessa successiva. Infine la citazione: Marino è un poeta che scive con la pittura, immerso nel suo tempo ma consapevolo del passato, inserisce nelle sue opere citazioni e riferimenti a grandi artisti che lo hanno preceduto, scrittori musicisti, poeti. Citazioni, omaggi alla natura, alla musica, alla poesia
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Alla Galleria Il ponte 04, con la curatela di Francesca Masotti, Iotti porta la sua più recente produzione artistica. Si tratta di grandi tele accostate a piccole sculture da muro e ad altri preziosi dipinti di piccola dimensione. La ricerca astratta procede con le grandi stesure dei colori che creano un ambiente, uno spazio vitale, un luogo armonico adatto ad abbracciare la nostra immaginazione. Su questa base prendono vita interferenze simultanee. Sono segni, caratteri alfabetici arcani, scritture, incisioni e non mancano pure figurine allusive degli elementi della natura o piccole presenze lignee rubate al bosco. Ogni parte organizzata con gusto nel flusso del colore con l’intento di creare una visione evocativa, permeata di volontà poetica. Iotti interpella colori e segni svuotandoli di intenzioni documentarie e investigandoli per la loro valenza emotiva. Il pittore esplora la tela come fosse un diario dove annotare ogni suo umore, dove registrare le piccole e grandi contrarietà che il mondo ci impone, senza mai rinunciare allo sguardo incantato e allo stupore vero antidoto all’indifferenza.
Marino Iotti nasce a Reggio Emilia nel 1954, si avvicina alla pittura in giovanissima età frequentando corsi tenuti da pittori e scultori emiliani. Nel 1978 inizia le sue attività espositive rivolgendosi dapprima alla pittura figurativa per poi passare ad una ricerca in ambito astratto. Da allora ad oggi si contano a centinaia le sue presenze in mostre in Italia e all’estero.
Al Museo Diocesano di Mantova, su invito di Alberto Bernardelli curatore ormai di numerose mostre di arte moderna e contemporanea, Iotti porta la sua più recente produzione artistica. Si tratta di grandi tele accostate a piccole sculture da muro e ad altri preziosi dipinti di piccola dimensione. La ricerca astratta procede con le grandi stesure dei colori che creano un ambiente, uno spazio vitale, un luogo armonico adatto ad abbracciare la nostra immaginazione. Su questa base prendono vita interferenze simultanee. Sono segni, caratteri alfabetici arcani, scritture, incisioni e non mancano pure figurine allusive degli elementi della natura o piccole presenze lignee rubate al bosco. Ogni parte organizzata con gusto nel flusso del colore con l’intento di creare una visione evocativa, permeata di volontà poetica. Iotti interpella colori e segni svuotandoli di intenzioni documentarie e investigandoli per la loro valenza emotiva. Il pittore esplora la tela come fosse un diario dove annotare ogni suo umore, dove registrare le piccole e grandi contrarietà che il mondo ci impone, senza mai rinunciare allo sguardo incantato e allo stupore vero antidoto all’indifferenza. Quadri,dunque, come racconti come recita il titolo della mostra al Museo Diocesano di Mantova
Le fotografie dell'inaugurazione
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Dopo il successo della prima pubblicazione, Alberto Bernardelli presenta il secondo volume di Un quadro accanto: cento opere dedicate agli alberi e alla natura commentate dall'autore. Cartoline d'arte che ci pongono in intimità col soggetto rappresentato e con la sensibilità dell'artista. Il secondo volume di "Un quadro accanto" è un libro d'arte composto da cento riproduzioni di quadri noti e meno noti - dagli antichi affreschi romani di Villa Livia fino a Mondrian - commentati da brevi riflessioni dell'autore. Il tema che li collega è l'albero, presente come protagonista o comprimario in ogni quadro. Le immagini danno conto delle infinite interpretazioni e allegorìe che i vari artisti hanno affidato agli alberi, mentre i testi, estratti da una rubrica che Alberto Bernardelli gstisce sui suoi canali social, sollecitano la capacità dell'arte di fornire agli assilli della vita quotidiana una via d'uscita, uno sbocco riflessivo rigenerante e liberatorio. "Libro che ingaggia, incuriosisce, sfida" secondo la lettura dello storico dell'arte Stefano Zuffi. All'interno del libro, è presente l'opera di Marino Iotti "Assonanze". |
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